Carpe diem
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Carpe diem
Dal film "L'attimo fuggente" (Dead poets society)
Keating è uno strano tipo:lui ai ragazzi vuole insegnare a volare, a sognare, ad essere protagonisti del proprio io. Vuole insegnare che ciascuno di noi puo' essere poeta di se stesso e il primo comandamento è CARPE DIEM...
Carpe Diem...Cogliete l'attimo,ragazzi.Rendete straordinarie le vostre vite
Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo lo sai che vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà...
Orazio
Carminum I, 11
1 Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
2 finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
3 temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,
4 seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,
5 quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
6 Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
7 spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
8 aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
1. Non domandarti – è ingiusto saperlo – a me, a te
2. quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,
3. o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
4. se molti inverni Giove ancor ti conceda
5. o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
6. del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino
7. – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo
8. e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.
Sono divisa fra l'indiscutibile fascino di questa esortazione e la prudenza che invece è connaturata alla mia natura.
Siete tipi da "carpe diem" oppure no?
Quando volete, la cosa richiede un bel po' di riflessione...
Purtroppo non posso concordare con te, Marco, perchè la tua visione è quella moderna, rivisitata del carpe diem oraziano. In tal senso il carpe diem farebbe pensare all'inizio di gioie future e quindi potrebbe essere inteso come "se hai il coraggio di cogliere l'attimo, grandi promesse ti aspettano". Ma non è così per lo stesso Orazio, il pensiero è più sottile.
Il carpe diem nasce dalla consapevolezza che la vita è breve e dunque è necessario "appropriarsi delle gioie del momento, senza perdersi nell'inutile gioco di speranze, progetti, paure" (dal manuale storico di G. B. Conte).
Il presente è da cogliere nella sua fugacità e non c'entra neppure quindi intendere il carpe diem come semplice invito al piacere. Dice bene Angel, Orazio intende "caduco" il piacere stesso, come caduca è la vita dell'uomo. Però, di fronte alla certezza della morte, se si coglierà l'attimo, rimarrà almeno il ricordo della felicità vissuta.
... ille potens sui laetusque deget, cui licet in diem dixisse "vixi: cras vel atra nube polum Pater occupato vel sole puro; non tamen irritum, quodcumque retro est, efficiet neque diffinget infectumque reddet, quod fugiens semel hora vexit".
... vivrà padrone di sè, felice, chi di giorno in giorno potrà dire: "ho vissuto: domani il padre Giove occupi pure il cielo di nera nube o di sole splendente; non renderà però vano tutto quanto è alle spalle nè cancellerà o disferà ciò che l'ora, fuggendo, ha già portato".
Infatti, Angel, come saprai Orazio scrive al tempo del materialismo epicureo (che non sostiene l'immortalità dell'anima), quindi il suo pensiero è lontano dalla Grazia divina.
Se provassimo a pensarlo senza questo presupposto?
Uhm... devo rielaborare...
Il prodotto della mia rielaborazione è piuttosto insignificante...
Mi riporta a Marco e quindi lontano dal vero senso del carpe diem.
Siamo ad un punto morto...
Marco, aiuto!
Keating è uno strano tipo:lui ai ragazzi vuole insegnare a volare, a sognare, ad essere protagonisti del proprio io. Vuole insegnare che ciascuno di noi puo' essere poeta di se stesso e il primo comandamento è CARPE DIEM...
Carpe Diem...Cogliete l'attimo,ragazzi.Rendete straordinarie le vostre vite
Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo lo sai che vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà...
Orazio
Carminum I, 11
1 Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
2 finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
3 temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,
4 seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,
5 quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
6 Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
7 spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
8 aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
1. Non domandarti – è ingiusto saperlo – a me, a te
2. quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,
3. o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
4. se molti inverni Giove ancor ti conceda
5. o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
6. del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino
7. – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo
8. e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.
Sono divisa fra l'indiscutibile fascino di questa esortazione e la prudenza che invece è connaturata alla mia natura.
Siete tipi da "carpe diem" oppure no?
Quando volete, la cosa richiede un bel po' di riflessione...
Lula ha scritto:il film è meraviglioso, credo di averlo visto almeno un paio di volte.
Io sono decisamente il tipo da "carpe diem" nella vita ho sempre colto l'attimo, ho sempre vissuto quello che mi volevo vivere, senza pensarci tanto, quindi di certo non mi posso definire una persona razionale, ma piuttosto istintiva...credo di averlo ripreso da mia mamma che ci ha sempre spinte a "rischiare" nella vita.
gramigna ha scritto:Carpe diem, sempre! La vita è troppo breve e se si rimanda troppo potresti non avere più l'occasione per fare quello che volevi. I treni vanno presi quando passano, altrimenti si rischia di rimanere passeggeri in sosta alla stazione per sempre.
Questo non significa buttarsi a capofitto senza riflettere o seguendo solo l'istinto. Cogliere l'attimo....con consapevolezza (stile "bevi Bayles responsabilmente"............battutaccia, sorry, ho di nuovo la febbreeeeeeeeeee [smilie=hate-cry2.gif] [smilie=hate-cry2.gif] [smilie=hate-cry2.gif] )
angelino ha scritto:cogli l'attimo...
no... non è per me...
che me ne faccio di una gioia che dura un attimo...?
davvero è questa la gioia che mi rimane?
no...
mi prendo tempo, poi spiegherò meglio...
Astrolabio_61 ha scritto:
La gioia puo iniziare da quell' attimo...se lo cogli!
Marco
Purtroppo non posso concordare con te, Marco, perchè la tua visione è quella moderna, rivisitata del carpe diem oraziano. In tal senso il carpe diem farebbe pensare all'inizio di gioie future e quindi potrebbe essere inteso come "se hai il coraggio di cogliere l'attimo, grandi promesse ti aspettano". Ma non è così per lo stesso Orazio, il pensiero è più sottile.
Il carpe diem nasce dalla consapevolezza che la vita è breve e dunque è necessario "appropriarsi delle gioie del momento, senza perdersi nell'inutile gioco di speranze, progetti, paure" (dal manuale storico di G. B. Conte).
Il presente è da cogliere nella sua fugacità e non c'entra neppure quindi intendere il carpe diem come semplice invito al piacere. Dice bene Angel, Orazio intende "caduco" il piacere stesso, come caduca è la vita dell'uomo. Però, di fronte alla certezza della morte, se si coglierà l'attimo, rimarrà almeno il ricordo della felicità vissuta.
... ille potens sui laetusque deget, cui licet in diem dixisse "vixi: cras vel atra nube polum Pater occupato vel sole puro; non tamen irritum, quodcumque retro est, efficiet neque diffinget infectumque reddet, quod fugiens semel hora vexit".
... vivrà padrone di sè, felice, chi di giorno in giorno potrà dire: "ho vissuto: domani il padre Giove occupi pure il cielo di nera nube o di sole splendente; non renderà però vano tutto quanto è alle spalle nè cancellerà o disferà ciò che l'ora, fuggendo, ha già portato".
angelino ha scritto:
per Orazio,
la morte mette fine a tutto...
per me, assolutamente no...
Infatti, Angel, come saprai Orazio scrive al tempo del materialismo epicureo (che non sostiene l'immortalità dell'anima), quindi il suo pensiero è lontano dalla Grazia divina.
Se provassimo a pensarlo senza questo presupposto?
Uhm... devo rielaborare...
angelino ha scritto:
Brava, Regina mia...
rielabora...
io resto fedele...
Il prodotto della mia rielaborazione è piuttosto insignificante...
Mi riporta a Marco e quindi lontano dal vero senso del carpe diem.
Siamo ad un punto morto...
Marco, aiuto!
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