Dick
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Dick
Dick era il mio pastore tedesco, un "giovanotto" affascinante, dai grandi occhi, leale, obbediente, astuto e sensibile.
Dick e io ce ne andavamo sulla spiaggia d'inverno, a lui piaceva che lanciassi legnetti per potermeli riportare. Al momento di liberarlo dal guinzaglio aveva un fremito, poi correva a perdifiato fino a quasi sparire, ma io sorridevo soltanto. Dick tornava sempre, con qualche regalo per me fra i denti e tanta voglia di stare con la sua padrona. Tre anni di corse, baldoria, solletico, finti morsi e affettuose zampate.
Poi un giorno notai quelle "bolle" sulle sue orecchie, fra il pelo nero. Il veterinario emise la sua sentenza e la leishmaniosi cominciò a consumarlo... fino a sfinirlo. Tornò l'inverno, la spiaggia attendeva, e tu Dick, quanto avresti voluto alzarti sulle zampe e venire via con me... Ma l'energia aveva lasciato il tuo corpo, incredibilmente vecchio ormai, le ossa che affioravano dal pelo nero.
Dick se n'è andato un mattino nel furgone del veterinario e mi ha guardato un'ultima volta con gli occhi ancora più grandi. E io ti ho detto addio, amico mio, indimenticabile compagno di giochi e baldorie. E a mio padre che mi domandò se volessi un cucciolo risposi di no. Perchè nessuno avrebbe potuto prendere il tuo posto, Dick. Ti voglio ancora bene, ovunque tu sia adesso, perchè io lo so, che anche i cani vanno in Paradiso. E un giorno ti rivedrò, Dick, e tu, in quella luce bianca verrai a portarmi un legnetto.
Dick e io ce ne andavamo sulla spiaggia d'inverno, a lui piaceva che lanciassi legnetti per potermeli riportare. Al momento di liberarlo dal guinzaglio aveva un fremito, poi correva a perdifiato fino a quasi sparire, ma io sorridevo soltanto. Dick tornava sempre, con qualche regalo per me fra i denti e tanta voglia di stare con la sua padrona. Tre anni di corse, baldoria, solletico, finti morsi e affettuose zampate.
Poi un giorno notai quelle "bolle" sulle sue orecchie, fra il pelo nero. Il veterinario emise la sua sentenza e la leishmaniosi cominciò a consumarlo... fino a sfinirlo. Tornò l'inverno, la spiaggia attendeva, e tu Dick, quanto avresti voluto alzarti sulle zampe e venire via con me... Ma l'energia aveva lasciato il tuo corpo, incredibilmente vecchio ormai, le ossa che affioravano dal pelo nero.
Dick se n'è andato un mattino nel furgone del veterinario e mi ha guardato un'ultima volta con gli occhi ancora più grandi. E io ti ho detto addio, amico mio, indimenticabile compagno di giochi e baldorie. E a mio padre che mi domandò se volessi un cucciolo risposi di no. Perchè nessuno avrebbe potuto prendere il tuo posto, Dick. Ti voglio ancora bene, ovunque tu sia adesso, perchè io lo so, che anche i cani vanno in Paradiso. E un giorno ti rivedrò, Dick, e tu, in quella luce bianca verrai a portarmi un legnetto.
Lula ha scritto:Dick sta con Gilda e Rocky e corrono felici sui prati del Paradiso. Mi piace pensarlo, e mi piace pensare che vedono quanto ancora ci manchino e quanto ancora gli vogliamo bene.
Ninfa ha scritto:sono d'accordo con voi. il paradiso c'è eccome per i nostri amici e forse sono gli unici che se lo meritano davvero. non hanno cattiveria nel cuore, sono pronti a dare se stessi in cambio di una carezza e di una ciotola.
Sono unici!
Betty Boop- Nonna Belarda/Nonno Geppo
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Località : nei pressi di Roma
Occupazione/Hobby : recitazione, lettura, scrittura
"Chi sei" in poche parole : amo il teatro e la buona conversazione
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