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U.E. - ITALIA
Premio Nobel Watson: no a limiti ricerca su Ogm
6 Maggio 2009
La scienza va promossa con coraggio, non frenata per paura. Il monito arriva dal biologo americano James Watson, premiato nel 1962 con il Nobel per la Medicina grazie alla scoperta della struttura del Dna. "Personalmente sono contrario ai limiti alla ricerca posti sulla base del principio di precauzione", spiega lo scienziato, ieri a Milano per la presentazione della quinta Conferenza mondiale sul Futuro della scienza 'The Dna Revolution' (Venezia, 20-22 settembre), promossa dalle Fondazioni Umberto Veronesi, Giorgio Cini e Silvio Tronchetti Provera. Secondo Watson, porre paletti alla ricerca ha un senso "solo in presenza di chiare prove che gli studi in questione possono creare un danno a qualcuno".
Un esempio per tutti sono i divieti decisi dall'Unione europea sugli organismi geneticamente modificati (Ogm). "Sono una sciocchezza", li definisce Watson, che chiosa con una battuta: "La cosa che mi consola - dice - e' vedere che a volte anche gli Stati Uniti fanno qualche sciocchezza. E poi in Europa si mangia molto meglio che negli Usa", ironizza il 'papa' della doppia elica del Dna.
"Prima di fermare il progresso della scienza - continua Watson - bisogna essere sicuri dei possibili danni" legati agli studi in corso.
Dobbiamo essere pragmatici", e' l'invito del Nobel. Lo scienziato non nasconde la propria amarezza. Il verso problema, afferma, e' che "spesso chi disciplina certi ambiti scientifici non fa altro che rallentare l'evoluzione della scienza".
Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sposa la battaglia del collega Watson per una ricerca piu' libera.
"L'importante e' diffondere nella popolazione la fiducia nella scienza", avverte l'ex ministro della Sanita'. Spesso pero' e' difficile, riflette, a volte a causa dei media e spesso della politica. "Ricordo che abbiamo anche i reali d'Inghilterra schierati contro gli Ogm", fa notare lo scienziato dopo la visita del principe Carlo in Italia. Veronesi ritiene invece "incomprensibile" la battaglia contro le piante transgeniche, e in generale contro tecnologie che permetterebbero di "avere nuove cure, nuovi farmaci e vaccini, o nuove piante e metodi di produzione alimentare".
La rivoluzione del Dna, prosegue il senatore Pd, "ha generato entusiasmi da un lato e dilemmi dall'altro. Sul primo fronte, quello delle aspettative, direi che molti traguardi sono stati raggiunti: produrre insulina a basso costo; poter diagnosticare molte malattie genetiche precocemente, o addirittura prima che un bimbo nasca o un embrione venga impiantato; mettere a disposizione nuovi strumenti contro la fame nel mondo; sperare di arrivare in futuro a sconfiggere il cancro", elenca lo scienziato.
D'altro canto, pero', "restano molti problemi ancora aperti e fonte di grande dibattito: lo spettro dell'eugenetica; il rischio che sulla base di test genetici alcune persone vengano discriminate nella societa' o nel mondo del lavoro; gli ostacoli agli Ogm; le opposizioni, piu' ideologiche che concrete, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e ad alcune procedure di fecondazione assistita".
Anche con l'appuntamento di Venezia "puntiamo ad arrivare a soluzioni condivise" a livello internazionale. Con un'unica certezza: "La nostra missione, come Fondazione Umberto Veronesi, e' quella di combattere l'ignoranza che non da' diritto a nulla: ne' a credere ne' a non credere", chiude l'oncologo.
Premio Nobel Watson: no a limiti ricerca su Ogm
6 Maggio 2009
La scienza va promossa con coraggio, non frenata per paura. Il monito arriva dal biologo americano James Watson, premiato nel 1962 con il Nobel per la Medicina grazie alla scoperta della struttura del Dna. "Personalmente sono contrario ai limiti alla ricerca posti sulla base del principio di precauzione", spiega lo scienziato, ieri a Milano per la presentazione della quinta Conferenza mondiale sul Futuro della scienza 'The Dna Revolution' (Venezia, 20-22 settembre), promossa dalle Fondazioni Umberto Veronesi, Giorgio Cini e Silvio Tronchetti Provera. Secondo Watson, porre paletti alla ricerca ha un senso "solo in presenza di chiare prove che gli studi in questione possono creare un danno a qualcuno".
Un esempio per tutti sono i divieti decisi dall'Unione europea sugli organismi geneticamente modificati (Ogm). "Sono una sciocchezza", li definisce Watson, che chiosa con una battuta: "La cosa che mi consola - dice - e' vedere che a volte anche gli Stati Uniti fanno qualche sciocchezza. E poi in Europa si mangia molto meglio che negli Usa", ironizza il 'papa' della doppia elica del Dna.
"Prima di fermare il progresso della scienza - continua Watson - bisogna essere sicuri dei possibili danni" legati agli studi in corso.
Dobbiamo essere pragmatici", e' l'invito del Nobel. Lo scienziato non nasconde la propria amarezza. Il verso problema, afferma, e' che "spesso chi disciplina certi ambiti scientifici non fa altro che rallentare l'evoluzione della scienza".
Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sposa la battaglia del collega Watson per una ricerca piu' libera.
"L'importante e' diffondere nella popolazione la fiducia nella scienza", avverte l'ex ministro della Sanita'. Spesso pero' e' difficile, riflette, a volte a causa dei media e spesso della politica. "Ricordo che abbiamo anche i reali d'Inghilterra schierati contro gli Ogm", fa notare lo scienziato dopo la visita del principe Carlo in Italia. Veronesi ritiene invece "incomprensibile" la battaglia contro le piante transgeniche, e in generale contro tecnologie che permetterebbero di "avere nuove cure, nuovi farmaci e vaccini, o nuove piante e metodi di produzione alimentare".
La rivoluzione del Dna, prosegue il senatore Pd, "ha generato entusiasmi da un lato e dilemmi dall'altro. Sul primo fronte, quello delle aspettative, direi che molti traguardi sono stati raggiunti: produrre insulina a basso costo; poter diagnosticare molte malattie genetiche precocemente, o addirittura prima che un bimbo nasca o un embrione venga impiantato; mettere a disposizione nuovi strumenti contro la fame nel mondo; sperare di arrivare in futuro a sconfiggere il cancro", elenca lo scienziato.
D'altro canto, pero', "restano molti problemi ancora aperti e fonte di grande dibattito: lo spettro dell'eugenetica; il rischio che sulla base di test genetici alcune persone vengano discriminate nella societa' o nel mondo del lavoro; gli ostacoli agli Ogm; le opposizioni, piu' ideologiche che concrete, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e ad alcune procedure di fecondazione assistita".
Anche con l'appuntamento di Venezia "puntiamo ad arrivare a soluzioni condivise" a livello internazionale. Con un'unica certezza: "La nostra missione, come Fondazione Umberto Veronesi, e' quella di combattere l'ignoranza che non da' diritto a nulla: ne' a credere ne' a non credere", chiude l'oncologo.
marinella- Nonna Belarda/Nonno Geppo
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Località : massarosa lucca
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"Chi sei" in poche parole : La tragedia della vecchiaia non consiste nel fatto di esser vecchi, ma nel fatto di sentirsi ancora giovani. (O.Wilde)
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