la mamma di Alessio...giustizia??????
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la mamma di Alessio...giustizia??????
Ha ragione la mamma di Flaminia: questa non è giustizia / di Sergio Talamo
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■ La mamma di Alessio in lacrime: è
come se li avessero uccisi un'altra volta
di Sergio Talamo
ROMA (19 giugno) - Si, signora Teresa, mamma di Flaminia, che il 22 maggio 2008 volò sulla via Nomentana come una foglia secca quando tira vento. Ha ragione lei, signora che ora piange due volte, ieri il dolore di perdere una figlia, oggi quello di perdere la speranza: questa non è giustizia. È un’altra cosa. È un gelido riflesso condizionato: abbiamo sempre fatto così, facciamolo ancora.
I magistrati della Corte d’assise d’appello di Roma, come spesso capita ai giudici o ai medici, hanno preferito le parole del loro gergo alle persone vere. Quelle che uccidono, quelle che muoiono. Usati così, i codici ingialliscono e umiliano proprio quella legge che dovrebbero far prevalere. Si ritorcono contro l’uomo.
Del resto cosa ci vuole, coperti dietro “la giurisprudenza prevalente” (cioè il peso del passato), a non veder più la Mercedes di Stefano Lucidi che correva come in un videogame, senza semafori e senza passanti, perché per certa gente la vita è solo un gioco, una sfida, una continua esagerazione? Per altri, invece, per Flaminia e Alessio in due su uno scooter dentro la notte di Roma, la vita era la preziosa costruzione di un amore, era un pastello che disegna una ad una le caselle del futuro.
Ma Lucidi, che dal 2001 era interdetto alla guida per droga, Lucidi se ne infischia e prende l’auto del padre nel garage dei Parioli. Eccolo, l’invincibile che passa con il rosso anche sul trafficatissimo incrocio di via Regina Margherita. Perché lui non conosce divieti e limiti, perché la strada è tutta sua. Ha appena litigato con Valentina, la sua ragazza. Lei scappa ma lui la raggiunge, la picchia, la tira in auto e poi via a tutto gas. Ora ti faccio vedere io chi comanda.
Flaminia e Alessio restano sull’asfalto come due manichini, con i loro vent’anni e nella mente i libri di Economia e Commercio, i gol della Roma, il viaggio a Porto Rotondo appena prenotato. Se ne vanno senza un perché, lasciano un urlo, il vuoto, uno sguardo smarrito verso il cielo che li ha presi. Lasciano solo la flebile speranza che la loro vita, che per l’assassino non valeva nulla, valga qualcosa almeno per lo Stato Italiano.
È il 26 novembre 2008, e sembra che il miracolo accada. Per la prima volta nel nostro Paese, tra il pirata della strada e la sua vittima la legge si ricorda del più debole. Per la prima volta un giudice riconosce che chi guida a 200 all’ora, spesso ubriaco o drogato, non merita uno scappellotto da ragazzo ma una condanna da uomo.
Lucidi è ritenuto colpevole di omicidio volontario: 10 anni di carcere. Ma ieri tutto è tornato com’era. In secondo grado, proprio davanti alla corte composta in prevalenza da giudici popolari, quell’omicidio si allontana dalla gente reale e torna nei massimari di diritto. È di nuovo un delitto di serie B: colposo, cioè non voluto, dovuto a semplice imperizia. La pena è dimezzata, il famoso avvocato esulta. Le vite di Flaminia e Alessio tornano a rotolare sulla Nomentana come fogli di carta inutili.
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■ La mamma di Alessio in lacrime: è
come se li avessero uccisi un'altra volta
di Sergio Talamo
ROMA (19 giugno) - Si, signora Teresa, mamma di Flaminia, che il 22 maggio 2008 volò sulla via Nomentana come una foglia secca quando tira vento. Ha ragione lei, signora che ora piange due volte, ieri il dolore di perdere una figlia, oggi quello di perdere la speranza: questa non è giustizia. È un’altra cosa. È un gelido riflesso condizionato: abbiamo sempre fatto così, facciamolo ancora.
I magistrati della Corte d’assise d’appello di Roma, come spesso capita ai giudici o ai medici, hanno preferito le parole del loro gergo alle persone vere. Quelle che uccidono, quelle che muoiono. Usati così, i codici ingialliscono e umiliano proprio quella legge che dovrebbero far prevalere. Si ritorcono contro l’uomo.
Del resto cosa ci vuole, coperti dietro “la giurisprudenza prevalente” (cioè il peso del passato), a non veder più la Mercedes di Stefano Lucidi che correva come in un videogame, senza semafori e senza passanti, perché per certa gente la vita è solo un gioco, una sfida, una continua esagerazione? Per altri, invece, per Flaminia e Alessio in due su uno scooter dentro la notte di Roma, la vita era la preziosa costruzione di un amore, era un pastello che disegna una ad una le caselle del futuro.
Ma Lucidi, che dal 2001 era interdetto alla guida per droga, Lucidi se ne infischia e prende l’auto del padre nel garage dei Parioli. Eccolo, l’invincibile che passa con il rosso anche sul trafficatissimo incrocio di via Regina Margherita. Perché lui non conosce divieti e limiti, perché la strada è tutta sua. Ha appena litigato con Valentina, la sua ragazza. Lei scappa ma lui la raggiunge, la picchia, la tira in auto e poi via a tutto gas. Ora ti faccio vedere io chi comanda.
Flaminia e Alessio restano sull’asfalto come due manichini, con i loro vent’anni e nella mente i libri di Economia e Commercio, i gol della Roma, il viaggio a Porto Rotondo appena prenotato. Se ne vanno senza un perché, lasciano un urlo, il vuoto, uno sguardo smarrito verso il cielo che li ha presi. Lasciano solo la flebile speranza che la loro vita, che per l’assassino non valeva nulla, valga qualcosa almeno per lo Stato Italiano.
È il 26 novembre 2008, e sembra che il miracolo accada. Per la prima volta nel nostro Paese, tra il pirata della strada e la sua vittima la legge si ricorda del più debole. Per la prima volta un giudice riconosce che chi guida a 200 all’ora, spesso ubriaco o drogato, non merita uno scappellotto da ragazzo ma una condanna da uomo.
Lucidi è ritenuto colpevole di omicidio volontario: 10 anni di carcere. Ma ieri tutto è tornato com’era. In secondo grado, proprio davanti alla corte composta in prevalenza da giudici popolari, quell’omicidio si allontana dalla gente reale e torna nei massimari di diritto. È di nuovo un delitto di serie B: colposo, cioè non voluto, dovuto a semplice imperizia. La pena è dimezzata, il famoso avvocato esulta. Le vite di Flaminia e Alessio tornano a rotolare sulla Nomentana come fogli di carta inutili.
marinella- Nonna Belarda/Nonno Geppo
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Numero di messaggi : 3049
Località : massarosa lucca
Occupazione/Hobby : ciò che vorrei e ciò che posso
"Chi sei" in poche parole : La tragedia della vecchiaia non consiste nel fatto di esser vecchi, ma nel fatto di sentirsi ancora giovani. (O.Wilde)
Data d'iscrizione : 05.05.08
Re: la mamma di Alessio...giustizia??????
guarda marinella .. l'ho sentita parlare al TG e mi sono emozionata .. la giustizia ..... è bendata! mi dispace molto per queste due mamme...
Maggie50- Nonna Belarda/Nonno Geppo
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Numero di messaggi : 9071
09.05.50
Età : 74
Località : verona
Occupazione/Hobby : segretaria -leggo, scrivo, so fare l'origami.
"Chi sei" in poche parole : sono una persona socievole, è la prima volta che parlo scrivendo
Data d'iscrizione : 29.08.08
Re: la mamma di Alessio...giustizia??????
questa notizia si lega all'altro post dove si parla della vendita dell'alcolici.
conte- Nonna Belarda/Nonno Geppo
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Numero di messaggi : 7319
Località : pisa
Occupazione/Hobby : impiegato/beach volley & pallavolo
"Chi sei" in poche parole : boh!!
Data d'iscrizione : 08.01.08
Re: la mamma di Alessio...giustizia??????
questa notiza l'ho vissuta in modo particolare perchè è successo proprio sotto il mio ufficio, quando lavoravo all'agenzia pubblicitaria...un incrocio maledetto-..ogni giorno un incidente nuovo...li c'è un lungo tratto rettilineo con al centro la corsia preferenziale per i taxi e autobus sfruttata da tutti quelli che hanno Fretta...molti dicono che hanno paura che torni la dittatura ma in casi come questo, servirebbe proprio...che vergogna!
Lula- La Fondatrice
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Numero di messaggi : 21441
30.06.68
Età : 56
Località : Roma
Occupazione/Hobby : Impiegata.Libri,cinema,sport.
"Chi sei" in poche parole : felicemente mamma....
Data d'iscrizione : 05.01.08
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