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lo sviluppo motorio nel primo anno di vita

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Messaggio Da fatina Gio 11 Dic 2008 - 11:37

Il primo mese
Alla nascita il bambino presenta alcuni automatismi, ossia azioni non volontarie ma riflesse e automatiche (vi è una traduzione pressoché immediata dello stimolo esterno in un preciso comportamento) come la prensione delle mani e dei piedi (il bimbo chiude il palmo o la pianta del piede se stimolato) e la suzione.
Queste attività si attenuano progressivamente col passare delle settimane e in concomitanza con lo sviluppo dei comportamenti volontari.
Nelle prime quattro settimane di vita il bambino mantiene una posizione flessa (non distesa) e simmetrica, le mani sono chiuse a pugno e il capo è ruotato da un lato. Il raddrizzamento della testa avviene rapidamente, nei primi dieci-quindici giorni di vita. Le capacità di modificare la propria posizione sono molto limitate. Il bambino può succhiarsi il pollice.
Il pianto è variabile e il ritmo del sonno è ultradiano (periodi di sonno di circa quattro ore intervallati da due ore di veglia, ma anche qui vi è grande variabilità) e non circadiano come nelle età successive.
Importanti indici di normalità sono: presenza di movimento di tutte le parti del corpo, capacità di reazione agli stimoli sensoriali provenienti dall'esterno e modificazione delle capacità motorie nel corso delle quattro settimane.
Secondo e terzo mese di vita
Nei due mesi successivi prosegue la distensione del corpo che contemporaneamente risulta essere meno simmetrico. Il bambino inizia a provare a controllare il capo e gradatamente vi riesce: questa competenza è importantissima perché gli permette di tenerlo sollevato, di allinearlo con un oggetto e di seguire l'oggetto stesso se questo si muove.
Una delle tappe più importanti non solo di questo bimestre ma di tutto lo sviluppo del bambino è la comparsa del sorriso relazionale.
Già dalla nascita si possono notare abbozzi o veri e propri sorrisi sul volto del neonato, ma questi primi avvengono in modo riflesso e non hanno correlazioni con ciò che accade intorno, tant'è che spesso si evidenziano durante il sonno o in momenti in cui il bimbo ha poppato ed è quindi più rilassato.
Il sorriso relazionale è invece il primo tentativo riuscito di mettersi in contatto empatico con l'ambiente e più precisamente con il volto materno.
A quest'età le funzioni visive non sono ancora complete e il neonato riesce a distinguere nitidamente un volto che gli si presenti a qualche decina di centimetri e non di più.
Sempre a quest'età il mondo cambia da bianco e nero e si presenta a colori e tutte queste caratteristiche nella capacità di vedere e di muoversi, insieme allo stretto rapporto che si sta instaurando con la figura materna che gli si presenta più volte al giorno e in sua prossimità per nutrirlo, fanno sì che il volto umano sia la prima configurazione organizzata che egli riconosca e a cui sorrida.
Il sorriso gli permette di stabilire una relazione a doppio senso, perché risponde egli stesso al sorriso materno e contemporaneamente lo provoca con il suo, vedendone l'effetto immediato sulla madre.
Questo rispecchiarsi dell'uno nell'altra costituirà una delle basi del futuro riconoscimento delle proprie e altrui emozioni.
Quarto e quinto mese
La competenza motoria principale che il bambino solitamente acquista in questo periodo è la capacità di sostenere da solo il capo in modo sicuro, di sollevarlo e di allinearlo e disallinearlo con gli oggetti per inseguirne il movimento.
Parallelamente va affinandosi la visione binoculare che gli consentirà, alla fine del periodo, di mettere correttamente a fuoco oggetti e persone in movimento.
Se messo sdraiato supino, è in grado di aprire e chiudere le mani, di portarle al centro del campo visivo e di osservarsele: questa è una capacità molto importante perché segna l'inizio della coordinazione oculo-manuale e della coordinazione mano-mano.
Se messo disteso a pancia in giù, cerca di sollevarsi sugli avambracci e di tenere il capo sollevato, ruotandolo per esplorare l'ambiente circostante.
Gradualmente il bambino inizia ad afferrare gli oggetti che gli sono offerti e può portarseli alla bocca.
In posizione prona (a pancia in giù) si assiste ai primi tentativi di trasferire il peso su un lato per poter liberare un braccio in modo da afferrare gi oggetti poco distanti.
Importanti indici di normalità di questo periodo sono: capo sollevato, interesse per gli oggetti, interesse per le proprie mani, tonicità corporea e muscolare, reattività nei confronti del volto umano e reattività nei confronti della voce umana con tentativi di inseguimento di volti e oggetti nello spazio.
Sesto e ottavo mese
A sei mesi l'obiettivo motorio principale diventa la posizione seduta, che viene di solito raggiunta entro l'ottavo mese attraverso una serie di fasi di approssimazione successiva: dapprima il bambino riesce a stare seduto se appoggiato, con una lieve incurvatura della spina dorsale e sostenuto dall'appoggio delle mani.
In questo modo le mani non sono libere per poter afferrare e raggiungere oggetti e persone, per cui il bimbo è motivato a liberarne dapprima una e poi entrambe. È necessario che, in ciascuna posizione raggiunta, il bimbo riesca a liberare le mani, che sono lo strumento privilegiato per esplorare l'ambiente: la mano diventa strumento di conoscenza. Il bimbo afferra prima "a rastrello" (senza opposizione del pollice) e poi "a pinza" (con opposizione del pollice) solo verso il decimo mese.
Quando riesce in questo obiettivo, passa lunghi periodi a studiare gli oggetti che manipola, a passarli da una mano all'altra e a scagliarli a terra, lontano da sé per poi desiderarli nuovamente.
Sempre in questo periodo egli impara a distinguere non solo il volto materno ma anche quello paterno e delle persone familiari e cerca di attirare l'attenzione degli adulti con i mezzi a sua disposizione: urla, pianto, primi tentativi di lallazione in risposta alla voce umana.
Un bambino di otto mesi è tonico, interessato all'ambiente e alle persone, sa porsi in relazione in maniera rudimentale ma continua, reagisce a suoni, voci. In posizione seduta è eretto e manipola gli oggetti. Dimostra inoltre preferenze per alcuni oggetti rispetto ad altri.
Nono e decimo mese
I tentativi di trasferire il carico da un lato all'altro del corpo agevolano la capacità di muoversi in modo autonomo se posto in terra. Le modalità di spostamento sono le più variegate: alcuni bambini strisciano proni (a pancia in giù), altri da seduti si muovono spostando le gambe e strisciando i glutei a terra, altri rotolano. Ma la posizione più classica di questo periodo è quella quadrupedica: il bimbo "gattona" e si sposta anche molto velocemente nell'ambiente.
Non tutti i bimbi amano gattonare, però: alcuni passano dalla posizione statica seduta a quella statica in piedi, appoggiando gli arti superiori a un supporto e sollevandosi. Da questa posizione è possibile iniziare a "bordeggiare" ovvero a camminare appoggiando le mani e spostandole progressivamente. Con la posizione quadrupedica e ancor più con quella eretta si sviluppano le competenze legate all'equilibrio e alla coordinazione nella marcia.
Riuscendo a spostarsi e soprattutto con la prospettiva eretta, il bambino acquista una nuova rappresentazione mentale dello spazio che lo circonda e di se stesso nello spazio.
Un altro importante traguardo del periodo è la comparsa della gestualità "semantica" e l'espressione più comune è il "ciao" con la manina. Il bambino utilizza le mani per esprimere un significato e questo è il primo tentativo di comunicazione consapevole e simile al linguaggio verbale.
Alle soglie dell'anno
Una volta che il bambino riesce a stare in piedi da solo, può utilizzare gli arti superiori per esplorare l'ambiente e afferrare gli oggetti circostanti.
La prima marcia autonoma è caratterizzata inizialmente da una posizione caratteristica, con tronco "antiflesso" (flesso all'indietro), arti superiori in avanti, gomiti piegati e mani aperte. Per questa sua caratteristica è chiamata "Cammino a guardia alta".
Per mantenere l'equilibrio precario alcuni bambini camminano molto velocemente, altri invece scelgono l'estrema lentezza.
Verso i dodici mesi si può assistere ai primi tentativi di autonomia d'azione quotidiana: il bambino prova a bere e a mangiare da solo, collabora quando lo vestono, manipola i suoi giochi in modo corretto e li ruota per osservarli.
Usa in modo indifferente l'una o l'altra mano ma in alcuni casi può già mostrare la preferenza per una delle due.
A dodici mesi si struttura la visione "stereoscopica" con la percezione della profondità e stima della distanza, che gli è utile sia nella marcia che per raggiungere gli oggetti.
Sempre a quest'età avviene il riconoscimento del primo nome e con esso il bambino entra nell'affascinante mondo della comunicazione verbale simbolica: il linguaggio umano.
Bibliografia
Maurizio De Negri, Neuropsicopatologia dello sviluppo, ed. Piccin, Padova, 1999
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